La storia dell'Inno di Mameli - ANIOC Gorizia

ANIOC Gorizia
Cav.Uff. Arcangelo BOCCIERO
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La storia dell'Inno di Mameli

Storia e Statuto
COME NASCE L’INNO NAZIONALE ITALIANO

Goffredo Mameli nasce a Genova il 5 settembre 1827. Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l'anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. L'attuale inno nazionale italiano nacque nel 1847 durante la prima guerra d'indipendenza.
Fu opera di un patriota genovese appena ventenne, Goffredo Mameli, e fu composto dal suo ventottenne amico musicista e patriota Michele Novaro d'impeto in una notte.
Figlio di un ammiraglio della marina sarda, Mameli si era diplomato nel '47 dimostrando un'apprezzabile vena poetica, ma anche un interesse ai moti patriottici che avrebbero portato all'impresa dei Mille Vi furono vari altri tentativi di dare all'Italia un inno. Mameli scrisse il 16 agosto 1848 un "Inno militare" per conto di Mazzini, che Verdi musicò.
Lo stesso Verdì offrì a Mazzini un inno che però non piacque granchè. E poi fu lo stesso Verdi a proporre l'Inno di Mameli come simbolo dell'Italia unita, nel suo "Inno delle nazioni" del 1862.
E la Repubblica Italiano lo adottò come inno nazionale nel 1946. Nel 1946, con la nascita della moderna Repubblica Italiana, si decide che "provvisoriamente" quella musica poteva essere adottata come Inno Nazionale. Provvisoriamente.
Fratelli d'Italia,
l'Italia s'è desta,
dell'elmo di Scipio
s'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!


Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
Uniamoci, uniamoci,
l'unione e l'amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!

Dall'Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!
Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l'Italia chiamò, sì!


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